Personalità e psicoterapia
di Antonio Colanicchia
Per comprendere i sintomi, occorre conoscere la persona che li ospita (Westen, Gabbard e Blagow, 2006). “La stessa sintomatologia manifesta può sottendere condizioni strutturali, della personalità, molto diverse, così come due persone possono manifestare problematiche psichiche analoghe per mezzo di sintomatologie molto diverse” (Ponsi, 2009). Per comprendere ciò occorre fornire la definizione del termine “personalità”. La “personalità” può essere definita come un insieme di modalità relativamente stabili di pensare, sentire, comportarsi e mettersi in relazione con gli altri. Con “pensare” non si intende solo i sistemi di credenze e il modo in cui attribuiamo significato a noi stessi e agli altri, ma con “pensare” si fa riferimento anche ai valori morali e agli ideali (Lingiardi, Mc Williams, 2017).
In estrema sintesi, comprendere la struttura di una personalità significa riuscire a individuare delle costanti funzionali del modo di percepire la realtà, regolare gli affetti, articolare i pensieri e relazionarsi agli altri. Ciò è essenziale per pensare e progettare una psicoterapia.
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Riferimenti bibliografici:
Dazzi N., Lingiardi V., Gazzillo F. (a cura di), (2009). La diagnosi in psicologia clinica. Personalità e psicopatologia. Milano: Raffaello Cortina.
Lingiardi V., Mc Williams N., (ed). Manuale diagnostico psicodinamico PDM-2. Milano: Raffaello Cortina, 2017.
Ponsi M. (2009). “Come usa la diagnosi lo psicologo psicodinamico”. In Dazzi N., Lingiardi V., Gazzillo F. (a cura di), (2009), La diagnosi in psicologia clinica. Personalità e psicopatologia. Milano: Raffaello Cortina.
Westen D., Gabbard G., Blagow P. (2006). “Ritorno al futuro”. In Dazzi N., Lingiardi V., Gazzillo F. (a cura di), (2009), La diagnosi in psicologia clinica. Personalità e psicopatologia. Milano: Raffaello Cortina.
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