BAMBINI E LINGUAGGIO… COME SOSTENERNE LO SVILUPPO
di Claudia Sciulli (Logopedista)
I disturbi di linguaggio e di comunicazione costituiscono il disordine dello sviluppo più frequente in età evolutiva, e nell’ultimo periodo abbiamo assistito ad un boom di bambini che hanno difficoltà o un ritardo nell’acquisizione del linguaggio. Basti pensare all’impatto che la pandemia ha avuto sulla nostra quotidianità, ed immaginiamo cosa abbia comportato nei bambini: riduzione dell’interazione con i pari e la difficoltà nell’osservare la mimica facciale nella sua interezza sono solo alcuni esempi.
A tal proposito sono stati presentati diversi studi, anche con opinioni talvolta contrastanti come il dott. Lee afferma “I bambini sono molto adattabili all’ambiente. Se un canale è bloccato, passeranno a un altro canale”.
Ma come può un genitore accorgersi se c’è un vero e proprio disturbo del linguaggio? Come può aiutare suo figlio al meglio? Attraverso questo articolo osserveremo quali sono le tappe dello sviluppo del linguaggio ed i campanelli di allarme con alcune chicche finali!
Principali tappe dello sviluppo del linguaggio
6-8 mesi: inizia la lallazione. Il bambino produce sillabe ripetute (es. “ba-ba-ba”), per passare poi alla ripetizione di sillabe con consonanti diverse (es. “ma-ta-ba”).
9-10 mesi: il bambino inizia ad indicare (gesto deittico). Nei mesi successivi si assisterà all’utilizzo di gesti simbolici o rappresentativi, ovvero gesti che simboleggiano un’azione o un oggetto (es. gesto della nanna).
12 mesi: comparsa delle prime parole.
Tra 18-24 mesi: assistiamo ad una vera e propria “esplosione del vocabolario”. Con l’aumento delle parole prodotte inizieranno le prime combinatorie (parole appunto combinate tra loro per creare le prime frasi come ad es. “mamma nanna”).
Dai 24 ai 36 mesi: sviluppo delle competenze morfosintattiche. Produzione delle prime frasi che diventeranno sempre più complete e complesse.
Come per un puzzle, a poco a poco si costruisce il linguaggio del bambino.
Dobbiamo però tenere ben presente che ogni bambino è a sé, e c’è una grande variabilità interindividuale nel raggiungimento delle diverse tappe. Cerchiamo quindi di non essere troppo rigidi nelle nostre attese.
Campanelli di allarme
16-20 mesi
Assenza di lallazioni o lallazioni molto semplificate
Scarso uso del gesto di indicazione e dell’associazione sguardo e gesto
Comprensione assente o inferiore ai valori previsti
Gioco simbolico poco avanzato
Frequenti episodi di otite media
24 mesi
Vocabolario produttivo inferiore alle 50 parole
Inventario fonetico limitato (pochi suoni del linguaggio)
Lentezza nell’apprendimento di parole nuove
Capacità di comprensione limitate
30 mesi
assenza di combinatoria
Differenze tra ritardo e disturbo del linguaggio
Quindi i bambini che presentano questi campanelli d’allarme svilupperanno sicuramente un disturbo del linguaggio?
No! Infatti una grande fetta dei “parlatori tardivi” dai 3 anni circa recupererà spontaneamente, raggiungendo a poco a poco pari tappe dei coetanei. Sono i cosiddetti “Late Bloomers”, bambini che sbocciano più tardi. Osserviamo in tabella le differenze ed i segnali predittivi.
LATE BLOOMERS | LATE TALKERS |
Adeguato utilizzo dei gesti | Scarsa lallazione canonica, uso di vocalizzi, non produce sillabe |
Buoni punteggi nelle abilità espressive e comunicative (gesti) e nelle misure di sviluppo cognitivo(gioco simbolico) | nventario fonetico ridotto, prevalenza nell'uso di un fonema a 24 mesi |
Adeguato status socio economico e adeguate abilità narrative | Punteggi bassi nelle abilità espressive e comunicative(gesti) e nelle misure di sviluppo cognitivo (gioco simbolico) |
Comprensione del linguaggio nella norma e adeguato uso dei gesti comunicativi | Basso status socioeconomico Familiarità per DSL |
Adeguato sviluppo lessicale tra i 24-36 mesi adeguata produzione grammaticale dopo i 36 mesi | Comprensione del linguaggio al di sotto della norma e scarso uso dei gesti comunicativi |
| vocabolario in produzione < 10° a 24 mesi assenza di combinatoria a 30 mesi |
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Alcuni piccoli parlatori tardivi (“Late Talkers”), pur migliorando nel corso del tempo le proprie competenze, potrebbero continuare a manifestare alcune difficoltà legate alla discriminazione di suoni o alla strutturazione di frasi. Altri ancora (circa il 5%) svilupperanno un Disturbo di Linguaggio.
Cosa può fare un genitore?
Se la maggior parte dei bambini recupera spontaneamente, io genitore posso stare tranquillo?
In realtà non dobbiamo sottovalutare il problema, ma piuttosto intervenire e farci aiutare! Se si hanno dei dubbi, o le persone attorno a noi ci fanno notare che lo sviluppo linguistico del vostro bambino procede a rilento, la cosa migliore da fare sarà parlarne con uno specialista che saprà consigliarvi su un eventuale iter da fare (anche tramite invii ad altri medici o altri professionisti sanitari) e potrebbe monitorare la situazione tramite un trattamento indiretto.
Piccoli accorgimenti
- Cercare il contatto visivo
- Verbalizzare, raccontare ciò che vedi e fai con il tuo bambino
- Usare un linguaggio semplice
- Parlare lentamente e iperarticolare la parola scelta
- Se il bambino non risponde o non dice una cosa dare noi voce a quello che dovrebbe dire
- Riformulare ed espandere ciò che il bambino dice
- Fare delle pause tra una cosa che diciamo ed un'altra
- Fare delle domande che prevedano la risposta si/no oppure che permetono la scelta tra pochi elementi
- modellare gradualmente il tuo linguaggio secondo il tuo sviluppo linguistico
- Dedicate del tempo a leggere insieme (già da quando è molto piccolo).
Bibliografia
‘CONSENSUS CONFERENCE SUL DISTURBO PRIMARIO DEL LINGUAGGIO’ – FLI (2019)
Sito https://www.anastasis.it/disturbi-del-linguaggio/ritardo-e-disturbo-di-linguaggio-conseguenze-emotivo-e-relazionale/
Articolo ‘Communicative gestures in children with delayed onset of oral expressive vocabulary’ – Thal (1992)
Articolo 'A systematic review of the literature on characteristics of late-talking toddlers' - Desmarais et al (2008)
Libro ‘I disturbi del linguaggio. Caratteristiche, valutazione, trattamento’ – Marotta (2014)
Libro ‘Fondamenti del trattamento logopedico in età evolutiva’ – Pinton (2015)
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