ADHD E AUTOSTIMA
Il concetto di autostima
L’autostima è un concetto multidimensionale che riguarda la valutazione che facciamo di noi stessi e delle nostre caratteristiche. A partire dalla prima definizione proposta da William James nel 1890, l’autostima è stata spiegata come il confronto tra gli obiettivi realmente raggiunti dall’individuo e le sue aspettative ideali. Si presume che l’autostima si sviluppi nell’interazione del bambino sul e con l’ambiente, attraverso la reazione degli altri significativi. Una delle scale maggiormente utilizzate per la valutazione dell’autostima è il TMA (Bracken, 2003) che considera tali componenti principali: le relazioni interpersonali, la competenza di controllo dell’ambiente, l’emotività, il successo scolastico, la vita familiare, il vissuto corporeo. Quando i bambini crescono interagiscono maggiormente e in modo autonomo con più persone e ambienti. Ciò comporta una maggiore esposizione a esperienze, a successi e fallimenti e a reazioni da parte degli altri. L’autostima quindi si forma attraverso le esperienze personali ma anche indirettamente dalla prospettiva che ci viene restituita dagli altri.
IL bambino con ADHD
Il bambino con ADHD presenta caratteristiche che lo portano a difficoltà nei processi attentivi, nella capacità ad autoregolarsi e controllare gli impulsi, a pianificare il comportamento al fine di raggiungere uno scopo. Tali problemi possono avere come conseguenza difficoltà emotive e relazionali. L’immagine di sé che questi bambini costruiscono risulta caratterizzata da attribuzioni negative (“non valgo niente” “è sempre colpa mia”), che sono tendenzialmente esterne (locus of control esterno) e di tipo globale. Tali modalità di pensiero sono legate a frequenti insuccessi nelle interazioni con gli altri e difficoltà di adattamento in particolare nell’ambito scolastico (Lambruschi e Vio, 2004). Ciò che si evidenza nella pratica clinica sono quindi livelli molto bassi di autostima, a causa di queste esperienze negative sia con i pari (spesso si tratta di bambini isolati dal gruppo) che con gli adulti, poiché tendono ad aderire alle regole con molta difficoltà.
Risulta di primaria importanza intervenire in modo precoce per sostenere e sviluppare l’autostima, aiutando il bambino a prendere consapevolezza non solo dei suoi punti di debolezza, ma soprattutto delle sue risorse e sostenendolo nell’apprendere strategie funzionali all’adattamento ai suoi contesti di vita. Un intervento di questo tipo può aiutarlo a fare esperienze positive correttive che avranno come conseguenza un aumento dell’autostima. Per far sì che ciò accada risulta fondamentale sensibilizzare e attivare tutte le figure di riferimento, quali genitori e insegnanti.
BIBLIOGRAFIA
Lambruschi e Vio (2004) Psicoterapia cognitiva dell’età evolutiva: Inquadramento clinico e presa in carico nell’ADHD. Bollati Boringhieri.
Bracken B.A. (2003) TMA Test di valutazione multidimensionale dell’autostima. Erickson
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